DIVERSI. GIUSTAMENTE
La nostra personalità e il nostro modo di essere definiscono fortemente come ci approcciamo a nuove sfide. In base al proprio vissuto, ognuno di noi ha una “sua” visione del mondo, che gli è utile per scegliere la strada più giusta.
“Giusta”, certo, ma in senso relativo, ovvero contestualizzata e calata nella realtà soggettiva dell’individuo. Un’attività strutturata e complessa come l’apprendimento è influenzata, infatti, dal carattere e dall’indole delle parti.
Quando ci viene insegnato qualcosa, che sia pratico o teorico, si dà il via ad un processo di interscambio. Si genera sempre un arricchimento, non solo a livello di capacità e competenze, ma soprattutto in ambito personale.
COMPETENZE. CON EMOZIONI
Il discente lavora su più fronti: sul lato emozionale, sulle competenze e sullo sviluppo della propria resilienza. Il docente, a sua volta, risponderà a stimoli nuovi e avrà diverse opportunità e spunti per migliorare sempre più il proprio metodo di insegnamento.
Particolare attenzione va rivolta ai contenuti trattati a lezione: a questi viene attribuito un forte valore personale e di significato, da parte dello studente, che rielabora i concetti, in base alla propria visione della vita e al proprio temperamento.
Fondamentale è il primo impatto con il percorso formativo: inizialmente si ha una forte curiosità, si è motivati, interessati e desiderosi di imparare e mettere in pratica. Proprio per questo, bisogna “battere il ferro finché è caldo” e focalizzarsi sul corretto e graduale inserimento e immedesimazione dello studente nella materia trattata.
MOTIVARE. SEMPRE
Le difficoltà durante questo “viaggio”, si palesano quando meno ce lo aspettiamo. “Non ho capito”, “non riesco a farlo”, “che ci provo a fare? Tanto non ci riuscirò mai” sono solo alcune delle frasi che il formatore si sentirà dire dal destinatario delle sue lezioni.
La reazione del docente davanti a questi “incidenti di percorso”, deve essere positiva, costruttiva e stimolante: è necessario avere una notevole dose di pazienza, disponibilità e costanza. È compito e responsabilità del docente dimostrare a chiunque che “chi si arrende senza lottare ha già perso in partenza”.
In presenza di un allievo insicuro, demotivato e pieno di paure, è indispensabile dare fiducia, incoraggiarlo, puntare sulle sue qualità e sui suoi “punti di forza”. È determinante innalzare il suo livello di autostima e soddisfazione personale nel raggiungere gli obiettivi.
CORREGGERE. IN POSITIVO
Inoltre, anche nel momento dell’evidenza e della correzione di un errore, lo studente otterrà maggiore beneficio, se la critica sarà costruttiva, funzionale ed ottimistica. Esordire con un “non sai fare niente!” non serve (appunto) a niente e a nessuno. Al contrario, bisogna spronare lo studente a migliorarsi sempre di più, attirando la sua attenzione sulla “soluzione” anziché sul “problema”.
Strutturare un processo di formazione sul ciò che “puoi fare”, invece che sul ciò che “non hai fatto”. Si deve evitare che lo studente “si chiuda a riccio”, e manifesti il suo totale rifiuto ad ascoltare e ad apprendere.
L’ALLIEVO. LA PERSONA
Ogni formazione ha come scopo finale l’acquisizione, da parte dello studente, degli argomenti trattati. Un rapporto interpersonale empatico e comunicativo, inserito in un clima positivo, sarà determinante per la crescita morale, psicologica e comportamentale della persona, “nascosta dietro l’allievo”.